Una leggenda cittadina, la 128 targata Roma
Entrando in questa leggenda scopriamo che si tratta di una Fiat 128 berlina targata Roma, la targa dovrebbe essere la prima. Ferma dal mese di marzo del 2003, oltre venti anni di inattività come dimostrano eloquentemente i pneumatici ormai incollati al pavimento. Il garage dove è conservata fortunosamente è asciutto. Per quanto maltrattata non sembra affetta da ruggine evidente o passante, tanta polvere e residui di campagna. Durante il normale periodo d’uso sicuramente ha avuto degli interventi di routine, quello che ci incuriosisce il parabrezza incollato (come d’origine) con la sua cornice cromata, mentre il lunotto posteriore fissato alla carrozzeria con una più convenzionale guarnizione di gomma. In questi ultimi venti anni questa berlina ha funzionato anche come deposito, sia nel vano bagagli, dove ci sono attrezzi per la campagna ormai obsoleti, che nell’abitacolo dove sono presenti quadri, speriamo di valore per come si sono accomodati sulla panca posteriore.
A prima vista sembra un progetto di restauro impossibile, ma ci sono degli elementi che giocano a favore: la targa (sembrerebbe) di prima immatricolazione Roma, gli interni completi e in ordine (conservati dalla polvere), la pannelleria interna completa e sana, la scocca e la pannelleria esterna non presentano ruggine passante (almeno non evidente), la meccanica di semplice ripristino. Contro giocano lo scarso valore commerciale una volta terminato il restauro e la discreta reperibilità a costi contenuti di vetture gemelle in ordine e marcianti, molto spesso si trovano anche vetture conservate. Bisognerebbe scommettere sulle condizioni di questa auto riportandola alla luce senza troppe pretese.
Quando la ruggine non è passante e quando il veicolo è completo, vale la pena tentare, iniziando a portarla a casa ad un prezzo simbolico.
Eugenio Avitabile