Auto Moto d’Epoca, l’ultima per Padova. Attesa per la prima di Bologna.
Sembrerebbe che le strutture della Fiera di Padova siano destinate ad un altro uso, ad un utilizzo universitario. D’altro canto Auto Moto d’Epoca Fiera di Padova deve adeguarsi ai tempi confrontandosi con realtà vicine in forte espansione (come Milano Autoclassica), facendo fronte alla sempre più insidiosa competizione con le altre maggiori fiere europee ed infine, misurarsi con quanto avviene oltre oceano espressione di tendenze (non sempre condivisibili) capaci di influenzare il motorismo europeo. Bologna è una grande occasione per fare il punto della situazione è rilanciare un “contenitore” che negli ultimi decenni ha saputo fare cultura indicando la strada al mondo del collezionismo in Italia e in Europa. Come una bella signora, anche per l’Evento padovano è difficile comprenderne l’età, infatti sapientemente nelle diverse presentazioni non viene mai riportato il numero dell’edizione, un segreto per non invecchiare. La sede fieristica di Bologna sicuramente risolverà una serie di problematiche, emerse nei lunghi anni trascorsi, ma non le risolverà tutte. Una sede fieristica più ampia, meglio dislocata ed organizzata, una migliore ricettività della regione e della città che ospiterà la rinnovata edizione 2023 non potranno fare che bene al maggiore evento italiano del settore. Ma tutto questo non basterà a far “ritornate” a Bologna quelle case automobilistiche, quelle grandi aziende e quelle grandi Case d’Asta ormai assenti da diverse edizioni. Al successo della nuova location dovrà contribuire anche una nuova politica capace di catturare e riproporre quanto di meglio già espresso a Padova negli anni passati, quando gli appuntamenti autunnali “impressionavano” intere generazioni di appassionati. Naturalmente lo sguardo deve essere rivolto anche al futuro sviluppando nuove tematiche sempre nel rispetto della passione per i veicoli storici. L’ultima edizione veneta è sembrata affannata, appiattita su “vecchi” schemi, colpa anche di quegli operatori convinti che basta essere a Padova a prescindere da quello che si propone al pubblico di appassionati. Una caratteristica distintiva di Padova era proprio l’accoglienza che gli operatori (dalle case automobilistiche, alle grandi aziende, ai piccoli ricambisti) riservavano ai visitatori, nell’immensità di Auto Moto d’Epoca ciascuno appassionato riusciva a saziare la propria infinita curipsità. Mai il visitatore metteva in discussione l’esosa richiesta del prezzo del biglietto d’ingresso. L’area una volta affollata e contesa dalle Case costruttrici è stata abilmente convertita, ormai da alcune edizioni, in un’area destinata ai club, per alcuni chiamata “village”, termine infelice per il contenitore che pretendere d’essere. E’ chiaro che riducendo il numero delle Case automobilistiche presenti il pubblico percepisce un contatto diverso, meno entusiasmante, meno coinvolgente. Gli spazi dei club, fatta eccezione per alcuni, erano leggermente affollati da piccole aggregazioni di “veterani” che la facevano da padrone, orgogliosi di poter fare a meno dei giovani. A tal proposito si è sempre detto, soprattutto negli ultimi tempi nei confronti con le istituzioni, che il mondo dell’Auto Storica è una grande opportunità di lavoro per i giovani. Molti i giovani presenti che occupavano il loro posto di lavoro, entusiasti, solari, educati e molto disponibili all’accoglienza, ma anche molto convinti, purtroppo, di poter fare a meno dei “veterani”. Dunque, una evidente spaccatura, sul piano umano e professionale, fra il passato e il presente. Non che i giovani siano assenti, anzi, ma si pone l’urgenza di costruire i giusti dialoghi fra due (o tre) generazioni che necessariamente devono interagire per garantire un futuro professionalmente adeguato alle aspettative dei collezionisti.
I due grandi blocchi ACI Storico e A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano) erano troppo presi nel loro continuo confronto proponendo incontri e presentazioni, ma poco attenti ad accogliere gli appassionati, cosa che nelle passate edizione pure erano riusciti a fare.
Altra trasformazione, gli spazi che prima erano destinati alle case d’Asta, oggi sono occupati dai veicoli in vendita, presentati sia da operatori del settore che dai privati. Anche questa trasformazione ha tolto altre emozioni al pubblico di appassionati, ma ha anche sminuito l’interesse verso i veicoli esposti, troppi (occupati anche i marciapiedi e le aiuole) e per questo molto spesso poco interessanti. Poche le auto che esponevano il cartello “venduta” come avveniva nelle scorse edizioni sin dal giovedì sera. Per quanto riguarda le auto proposte in vendita da segnalare un abuso smodato dei termini “originale” e “conservata/o” che hanno assunto, in questa occasione, un significato diverso rispetto alla sostanza vera dei termini. Ma questo è possibile grazie alla scarsa competenza di molti acquirenti che si affidato totalmente alle “smancerie” di alcuni venditori non proprio corretti. Notevole, invece, le vetture presentate da alcuni operatori del settore che ormai, dopo anni di attività, rappresentano una garanzia per gli acquirenti.
Da registrare anche l’assenza di alcune importanti aziende di ricambi. Poco interesse manifestato da parte del pubblico per le nuove stampanti tridimensionali proposte come soluzione alla realizzazione di ricambi ormai introvabili. In contrapposizione, invece, grande interesse verso gli artigiani capaci di modellare le lamiere, ricostruendo parti della carrozzerie di importanti vetture. Sempre in crescita la presenza di nuove aziende europee impegnate nella realizzazione di ricambi per veicoli storici, produzione sempre accompagnata dalla puntuale stesura di cataloghi come erano originariamente in uso presso le Case costruttrici.
Ora non ci resta che attendere l’appuntamento 2023, previsto dal 26 al 29 ottobre a Bologna, immaginando come sarà il futuro di questa fiera, senza dimenticare i fasti delle edizioni padovane che hanno formato correttamente generazione di appassionati.