L’Anglia Torino con motore Lotus di Lello Iannaccone di Avellino
La 105E era venduta anche in Italia ed era particolarmente apprezzata per la sua robustezza ed economicità. Nel 1964 la Ford decise di rafforzare le sue vendite in Italia e pensò di realizzare la “Anglia Torino”, questa non era altro che la 105E con la pannellatura esterna della carrozzeria ridisegnata da Giovanni Michelotti, uno dei designer più in voga all’epoca. La versione Torino della Anglia veniva prodotta in Italia dalla O.S.I., azienda nata a Torino nel 1960, e fu presentata ufficialmente nel 1965 a Taormina. Oltre alla versione base, fu allestita anche la versione “S” con motore potenziato per l’adozione di un carburatore doppio corpo della Weber o della Solex, non fu però mai ufficializzata una versione Lotus (questa precisazione ci sarà utile in seguito) anche se l’ottima struttura del motore 105E attirò l’attenzione di diversi preparatori di auto da corsa, fra i quali appunto anche la Lotus.
La nostra Anglia Torino, targata BN026549, la vediamo parcheggiata ad Avellino, al Corso Vittorio Emanuele II, angolo con Via Iannaccone, rivolta verso Piazza Libertà. Siamo alla fine degli anni sessanta, sembra un tardo pomeriggio d’estate, un momento soleggiato, con la strada principale della città frequentata da gente a passeggio. L’auto è di Lello Iannaccone di Avellino, l’ha parcheggiata per andare a prendere un caffè al vicino Cammino (1), un appuntamento che si concede spesso e volentieri.
Lello lavora presso la Concessionaria Ford di Silvio Mandato in via Serafino Pionati ad Avellino, sotto il porticato del palazzo Santaniello. Questa vettura non è una tranquilla Anglia Torino, ma quella con la quale correva Silvio Mandato, padre di Gennaro Mandato, oggi titolare della rivendita “Auto per Tutti” in Montemiletto (Av). Infatti, di normale è rimasto ben poco e l’aspetto estetico lo dichiara spudoratamente: l’assenza di entrambi i paraurti, un solo tergicristallo, i ganci di gomma sulla sinistra del cofano motore e lo scarico laterale sotto la fiancata sinistra. Tutto questo lascia intravedere l’esuberante motore Lotus “nascosto” sotto il cofano. Silvio Mandato l’aveva preparata per le gare in salita, riuscendo a vincere anche il Premio Sambuca Molinari a Vallelunga. Lello era giovane e si innamorò di questa Torino, riuscì a comprarla dal suo principale, pagandola con il suo lavoro svolto presso la Ford di Avellino. Nel frattempo le gare in salita del “Signor Ford” per Benevento e Avellino continuarono a bordo di una Ford Cortina Lotus (la Cortina aveva sostituito la Anglia e veniva commercializzata ufficialmente anche nella versione Lotus).
Il giovane Lello non gareggia con la sua Anglia. Tuttavia, capitò che sui tornanti della Laura, da Montoro a Forino, un rappresentante di liquori avellinese pensava di prenderlo in giro con la sua Fiat 128, invece alla fine del percorso Lello ebbe anche il tempo di fumarsi una sigaretta a Celsi di Forino mentre attendeva il malcapitato.
Nonostante la nostra Anglia fosse arrivata fino ai primi anni settanta, risultava, già a quel tempo, difficile circolare con una vettura del genere passando inosservati alle Forze dell’Ordine. L’auto chiaramente non rispettava più le caratteristiche tecniche di omologazione, pertanto Lello decise di togliersela, portandola a demolizione (a quel tempo i demolitori davano un piccolo riscontro economico).
Eugenio Avitabile
(1)GASTONE da buon avellinese era un abitudinario di Cammino al Corso principale della Città (c.so Vittorio Emanuele II), quasi difronte all’incrocio con Via Dante (Alighieri per non dimenticare).
Cammino, Bar nel quotidiano, Pasticceria soprattutto la domenica, anche Gelateria d’estate. Gelateria famosa soprattutto per lo Spumone (un semifreddo servito a forma di spicchio con canditi) e i Baci (gelato con crosta di cioccolato con all’interno crema di cioccolato, già pronti al banco). Lo spumone veniva servito ai tavolini in piattini d’acciaio, con un cucchiaino a forma di paletta con una punta dritta non arrotondata come il cucchiaio da caffè.
D’estate all’aperto venivano predisposti dei tavolini (come avveniva anche per il Bar Italia, il Margherita, l’Americano ed altri). Ad Avellino la predisposizione dei tavolini esterni da parte dei bar era chiamata “Campagna”, pensando ad una forma urbana (virtuale) di giardino o terrazza. A volte gli spazi sui marciapiedi (allora il traffico dei veicoli lungo Corso Vittorio Emanuele II era aperto) erano delineati da fioriere (transenne) pubblicitarie che ne delimitavano gli spazi. Il Cammino all’esterno aveva una decina di tavolini, ciascuno dotato di quattro sedie metalliche.
Si ringraziano:
Lazzaro (detto Lello) Iannaccone di Avellino;
Michele Piracci di Foggia;
Piero Corvino di Avellino.