L’Autotrasporti “Zi’ Monaco” di Ciro Pepe di Avellino, nel 1950 – Foto 1

Siamo ad Avellino, in Piazza Amendola, dove si sporge il Cinema Umberto con i suoi ingressi. Corre l’anno 1950(a).

Il fotografo Elio Iannaccone [1] (o uno dei suoi apprendisti) scatta due foto, l’obiettivo ritrae la flotta degli Autotrasporti “Zi Monaco” di Ciro Pepe [2] di Avellino.
Sembra una tranquilla mattinata di primavera inoltrata che scorre in uno dei centri nevralgici del commercio avellinese.
In primo piano l’autocarro Alfa Romeo 430 [3], sul predellino in piedi il titolare dell’azienda di trasporti, Ciro, mentre sul cassone si scorge, alle prese con dei sacchi, il dipendente Generoso(b) originario dei Liguorini [4]. L’altro autocarro presente nella foto è un OM Leoncino [5], sul cassone vediamo di spalle Achille Pepe fratello di Ciro e uno degli operai(c) della ditta di autotrasporti.
Entrambi gli autocarri sono targati Avellino(d).  
I due camion della ditta “Zi Monaco” generalmente stazionano in Piazza Amendola a pochi metri da Via del Carmine dove c’è l’attività di famiglia, la Trattoria–Albergo “Zi Monaco”.
Sempre in zona, a Via Modestino del Gaizo, c’è un deposito ad uso sia dell’attività di autotrasporti, che dell’attività della trattoria.
Il dinamismo dei due corrieri si manifesta prevalentemente sulla tratta Avellino-Napoli, al servizio dei commercianti del capoluogo irpino che devono approvvigionarsi costantemente di merci di vario genere.
Il Cinema Umberto espone due locandine: il film italiano Catene [6], con Amedeo Nazzari, e il film americano Tulsa [7].

Eugenio Avitabile

1] – Il Fotografo Elio Iannaccone aveva sede proprio in Piazza Amendola.

[2] – Ciro Pepe nasce ad Avellino il 10 maggio del 1915, la zona era l’inizio della beneventana (oggi il primo tratto di Via Tagliamento quello che ha origine da Piazza Aldo Moro). Il padre Antonino era titolare della Trattoria-Albergo “Zi’ Monaco” operativa ad Avellino in Via Carmine dove c’era il palazzo di famiglia. L’Osteria sarà attiva fino al sisma del 1980, impegno dovuto ad Achille Pepe (fratello di Ciro) e alla moglie. La madre di Ciro, Emilia Di Pierno, era nata nel 1920 a Napoli dove il padre Alberto era maestro di musica. Il caso volle che il padre di Emilia fu fortemente voluto, da un medico loro amico di famiglia, a Duronia in provincia di Campobasso per fare l’impiegato comunale. Nonostante le distanze, tra Avellino e Duronia, Ciro ed Emilia si conobbero perché cugini. Si sposarono ad inizio del 1942. Inizialmente gli sposi andarono a vivere a casa dei genitori di Ciro, ad Avellino in Via Carmine, 9. Nel frattempo Ciro fu arruolato per la guerra, e successivamente fu fatto prigioniero in Africa. Nel 1946 al suo ritorno ad Avellino la piccola famiglia (il primogenito Antonino era nato il 25 novembre de 1942 ad Avellino) andò a vivere autonomamente a Via Sant’Antonio Abate, 29. La vita era ripresa e così il 27 dicembre del 1946 nacque ad Avellino il secondogenito Alberto. La passione per i motori spinse Ciro a prendere la patente (si presume fra il 1933 e il 1935) ad Avellino(*). Questo gli consentì, al rientro dalla prigionia, di iniziare l’attività di autotrasportatore, il padre Antonino gli comprò uno di quei mezzi da trasporto che gli americani avevano portato in Italia durante la liberazione dai tedeschi. Al trascorrere degli anni la famiglia andava completandosi con Italia, Anna, Armando, Caterina e Biagina. Anna e Biagina vivono da molti anni in Canada a Montreal.

(*) In quel periodo (era in vigore il Reggio Decreto n.3179 del 2 dicembre 1928), la patente poteva essere presa a 21 anni, raggiunta la maggiore età. C’erano tre livelli diversi di patente: 1°, 2° e 3°. Con il consenso dei genitori la patente poteva essere presa anche a 18 anni, opportunità che poteva dare accesso solo ai primi due livelli. L’esame della patente mirava fondamentalmente a dimostrare, da parte dell’esaminato, la conoscenza delle parti meccaniche del mezzo e le loro funzioni. Infatti, Ciro Pepe spesso rappresentava ai figli e ai nipoti che “quando lui aveva preso la patente l’ingegnere chiedeva aspetti meccanici del mezzo e il loro funzionamento domande tutte fatte vicino al veicolo”.

 [3] – L’autocarro “430” fu prodotto dall’Alfa Romeo dal 1942 al 1950. Inizialmente la produzione di questo veicolo era orientata all’impiego bellico, successivamente fu largamente usato per esigenze civili.  Equipaggiato con un motore alimentato a gasolio con cilindrata di 5.816 cc era capace di erogare una potenza di 80 CV a 2.000 giri/minuto.  La velocità massima raggiungibile era di 65 km/h e a pieno carico poteva raggiungere il peso complessivo di cinque tonnellate. Il successo nell’impiego civile fu decretato dall’impostazione moderna (per quei tempi) della cabina avanzata e posizionata sul motore, l’indovinata linea esterna della carrozzeria fecero il resto.

[4] – Una zona della città di Avellino.

[5] – L’autocarro “Leoncino” era prodotto a partire dal 1950 al 1968 dalla OM (Officine Meccaniche) di Brescia.

[6] – Film italiano Drammatico del 1949 diretto da Raffaello Matarazzo, interpretato da Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson (attrice di origine greca). Nel 1950 il film fu candidato per l’Oscar nella categoria miglior film straniero.

[7] – Film americano Drammatico Western del 1949, ambientato negli anno venti, diretto da Stuart Heisler, ed interpretato da Pedro Armendàriz e Susan Hayward.

Le IPOTESI della nostra ricerca:
(a) – Presumiamo che l’anno in cui è stata scattata la foto sia il 1950. Questa ipotesi scaturisce dalla presenza dei due manifesti esposti dal Cinema Umberto, entrambi i film sono del 1949, e dall’esistenza dell’OM Leoncino presentato nel 1950. Inoltre, il film Catene fu candidato agli oscar nel 1950.

I LIMITI della nostra ricerca:
(b) – Non è noto il cognome di Generoso;
(c) – Non è chiara l’identità di questo operario;
(d) – Non sono noti in numeri di targa degli autocarri, ma solo la provincia.

Considerazioni
La foto pubblicata è molto movimentata tanto da sembrare un set cinematografico. La presenza del Cinema Umberto, con i suoi manifesti, dei i due autocarri, degli operai al lavoro e della madre a passeggio con i due bambini rendono dinamica e di richiamo la foto. Per la parte di nostro interesse, i motori, la foto esprime una certa importanza per quello che avviene ad Avellino in quegli anni. Un autocarro Alfa Romeo e un nuovissimo Leoncino delle Officine Meccaniche evidenziano una certa ricercatezza nella scelta dei mezzi da parte degli utenti, ma anche una certa maturità del capoluogo di provincia nella vendita e nell’assistenza di questi veicoli.   

 

Pubblicazione del 12 novembre 2024

Si ringraziano:
Alberto Pepe di Avellino;
Ciro Pepe di Avellino;
Antonio Pepe di Avellino.

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